In questi giorni abbiamo lavorato alla nuova edizione di Alice nella città, sapendo che sarebbe
stato un anno diverso dagli altri: cambieranno i tempi, le forme, ma non lo slancio e le speranze
che questa crisi terribile ha provato a isolare. Guardando meglio, ci siamo convinti che il bacillo
più insidioso è quello che sta colpendo i ricordi. La cosa più temibile dell’insonnia della memoria è
che nessuno si preoccupi più d’immaginare e di coltivare una personale educazione allo stare
insieme.
Per questo, ci siamo sottratti all’oblio del ricordo di quei giorni, preoccupandoci di riannodare i fili
che ci hanno legato alle persone e alle idee nate durante i mesi d’isolamento forzato. Abbiamo
provato a trasformare il contagio, in una nuova forma di conoscenza che ci permetta di
sperimentare il morbo di questa nuova consapevolezza che speriamo ci accompagni verso una
nuova cultura festivaliera, diffusa, che deve essere rigenerata, per ritrovare una direzione
efficace e di senso.
Quest’anno abbiamo immaginato un rovesciamento dei confini festivalieri, che va oltre la
bollinatura dei film e alla ricerca ostinata dell’anteprima mondiale, a vantaggio di un
cambiamento che vede nell’interdipendenza dei comportamenti, lo strumento ideale per
superare questa crisi. Un approccio pratico e operativo che deve considerare alleanze
necessarie, avendo il coraggio di utilizzare questo periodo come laboratorio per la condivisione e
la ricerca di pratiche che si inseriscano pienamente nell’ecosistema produttivo e distributivo
durante l’anno.
Una progettualità condivisa che in una nuova natura di relazione e di gesti tra noi, deve
attraversare i festival che secondo noi non si devono limitare solo a passarsi il testimone ma
dovranno avviare un percorso profondo e complementare, indirizzato verso la ricerca del nuovo
pubblico. Per questo nasce l’idea della sezione SINTONIE: una nuova linea di programma
condivisa con il Direttore Alberto Barbera a cui teniamo molto. Il punto di contatto saranno i
ragazzi: quelli cinematografici raccontati nei film presentati a Venezia e ripresi da Alice nella
città; quelli raccolti tra gli accreditati e tra il pubblico di ragazzi che non hanno potuto partecipare
numerosi alle proiezioni veneziane e che invece potranno recuperare ad Alice.
Quest’anno ci siamo affacciati ad una finestra da dove abbiamo proiettato i film sulle facciate dei
palazzi, immaginando un’arena galleggiante che grazie al suo successo ci ha portato su una Nuvola
che per la prima volta, grazie alla collaborazione con Eur Spa, apre il suo Auditorium al cinema e
a un pubblico di giovani che siamo sicuri saprà raccogliere il nostro invito: tutto questo è Alice
nella città 2020.
Gianluca Giannelli e Fabia Bettini
ALICE NELLA CITTÀ
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00199 Roma
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